Prima esperienza psichedelica
Autore | Samsara |
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Sostanza assunta | Psilocybe semilanceata |
Via di somministrazione | orale (lemon tek) |
Quantità | 20 funghi secchi, circa 1 g |
Peso corporeo | 50 kg |
Setting | bosco/casera |
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Un mio amico marziano mi ha inviato la sua prima esperienza psichedelica, che qui traduco. Credo che possa essere in qualche modo d'aiuto a chi vuole approciarsi per la prima volta a questo magico mondo.
Prologo
Questa è la mia prima esperienza psichedelica in assoluto, perciò sono molto emozionato e non nascondo di essere anche un po' in ansia nonostante mi sia informato moltissimo prima di fare questo grande passo. Ho come la sensazione di essermelo meritato: dopo un anno di ricerche sui funghi è stato bellissimo trovarli allo stato selvatico, e ora mi aspetta ciò che ho desiderato tanto intensamente. Prendo 20 funghi secchi (circa 1g), e li spezzetto, li lascio nel limone per una ventina di minuti come ho letto in internet e mi preparo ad assumerli.
Esperienza
ORE 16.00 Ci vuole un po' di coraggio ma alla fine ce la faccio, il gusto non mi da fastidio perché è totalmente coperto dal limone. Ormai l'ho fatto penso, ora non posso tornare indietro. Dopo essermi assicurato che il mio amico che mi segue mi chiamerà verso le cinque, esco da casa e mi incammino verso il luogo prefissato per la parte iniziale dell' esperienza: un bel boschetto vicino alla mia casera. Sento subito uno stato di euforia che mi travolge, non so se dovuto alla situazione o all'effetto dei funghi, e la normale ansia che mi accompagna. Con un po' di fatica (la strada era in salita) arrivo nel bosco, trovo un bel sasso e mi siedo, da qui non mi muoverò per circa un' ora e mezza. I primi abitanti del bosco cominciano a farsi sentire, gli uccelli cantano e sento i rumori della strada in lontananza.
ORE 16.45 Sono fermo immobile perché voglio percepire il cambiamento. Ma mi accorgo di poco, o meglio, mi sembra di avere soltanto effetti placebo. Ad un certo punto però mi rendo conto che i colori si fanno sempre più vivi, e che ho una straordinaria capacità di mettere a fuoco. Inoltre inizio ad avvertire quel bellissimo effetto che mi accompagnerà per tutto il viaggio: mi sembra che tutto galleggi e respiri.
ORE 17.00 Dopo aver ricevuto una telefonata dal mio amico a cui rispondo che è tutto a posto, ho un bellissimo incontro. Dietro di me vedo saltellare su un albero uno scoiattolo! Era da molto che non ne vedevo uno così vicino, e forse per il fatto che ero fermo immobile da un'ora, lui non ha paura e mi guarda incuriosito, poi scuote la coda come per salutarmi e comincia a saltare da un albero a un altro. Avverto che comunicano tra di loro, e intuisco la loro lingua.
ORE 17.20 Intanto i colori si fanno sempre più vivi, e un raggio di sole spunta contribuendo a rendere tutto ancora più magico. Le fronde degli alberi sono vive, le vedo muoversi e ondeggiare. Tutto respira in modo favoloso. Il mio amico mi chiama di nuovo, ma questa volta non ci capiamo, io sento la mia voce stranissima e continuo a ridere. Le parole mi sembrano inutili, quindi metto giù la chiamata.
ORE 17.30 Nonostante stia provando sensazioni bellissime rimango un po' deluso perché mi aspettavo qualcosa di più evidente. In realtà mi stavo sbagliando in pieno, il trip doveva ancora iniziare. Decido quindi di dare una svolta alla situazione ascoltando un po' di musica, e infatti così avviene. La musica cambia tutto, è qualcosa di spettacolare: non sembra venire dalle mie cuffiette, ma da ogni cosa che mi sta intorno, dagli alberi, dal cielo, dalla terra… Provo una sensazione di pace assoluta e di armonia con tutto, la musica rende tutto partecipe. Mi rendo conto di avere mille pensieri per la testa, e ciò mi rende difficile la scrittura, perciò da questo momento non prendo più appunti. Vedo tutto ondeggiare, le parole che ho scritto, l'immagine del blocco schermo del telefono, i bellissimi disegni delle foglie. Mi accorgo che quelle che per me sono ore in realtà sono minuti, sto benissimo e riesco a cogliere tutti i minimi movimenti e suoni. Ad occhi chiusi tutto lampeggia.
ORE 17.40 È da un' ora e mezza che sono seduto, perciò decido di alzarmi e di farmi un giro. La sensazione che ne deriva è stupenda: mi sembra di essere un gigante alto tre metri, e al primo passo mi accorgo di quanto tutto ciò sia magnifico. Mi sembra di muovere soltanto i piedi, tutto il resto del corpo è qualcosa di molle e stranissimo. Capisco che sono io a dirigere la realtà come voglio. Da questo momento mi si stampa un sorriso da ebete in faccia per la meraviglia che mi resterà per tutto il resto del viaggio. Mi muovo molto lentamente e in un tempo che sembra un'eternità esco dal bosco diretto verso la mia casera. La musica (un magnifico album di Aes Dana) ovviamente rende l'ambiente circostante qualcosa di partecipe, che si muove sulla mia stessa frequenza d'onda: c'è una sintonia perfetta in tutto.
ORE 18.00 Penso a troppe cose contemporaneamente, perciò mi dimentico subito cosa volevo fare un secondo prima: cercando la chiave della casera mi ritrovo di nuovo dentro il bosco ad osservare la meraviglia che mi sta intorno. Dopo che finalmente l'ho trovata, entro e qui tutto si intensifica. Luci ed ombre sul muro che respira creano intrecci psichedelici di ogni forma. Vedo geometrie perfettamente simmetriche, coccodrilli, Buddha in meditazione, funghi e altre forme infinitamente mutevoli. Meravigliato da tutto ciò, mi sdraio sul divano in contemplazione del soffitto, e sprofondo in uno stato di rilassatezza estremo. Gli effetti visivi si intensificano, e ad occhi chiusi vedo tutto ciò che voglio.
ORE 18.20 Sto benissimo nel divano, ma non sono stanco, quindi mi alzo per andare fuori a godermi le ultime luci del tramonto. Aperta la porta mi rendo conto di quanto si siano intensificati gli effetti visivi: un' atmosfera da sogno avvolge tutto, ogni cosa è viva, respira e ondeggia, i colori sono vivacissimi e riesco a cogliere tutte le diverse tonalità autunnali. Il sole se ne va lasciando un bellissimo cielo, le prime luci del paese, che da lì vedo bene perché sono in una posizione sopraelevata, si accendono.
ORE 18.30 Rientro nella casera, dove mi lascio cadere di nuovo sul divano, sono in preda alle ondulazioni totali. Ormai è scuro e la mia mano muovendosi lascia una scia trasparente; appoggio la testa e sprofondo all'infinito nella gommapiuma che si incurva sopra di me, ma non ho paura, prendo tutto come un gioco e rido per ogni cosa. Pace completa.
ORE 18.45 Esco di nuovo, ed ora è il mondo è scuro, ma per nulla pauroso, anzi, l'oscurità cambia totalmente l'esperienza. Vedo tutte le luci del paese che brillano in modo spettacolare, come nella notte stellata di Van Gogh, le macchine passando lasciano bellissime scie luminose e con i fanali (anche se sono molto distanti) illuminano il prato in cui mi trovo. Sento voci provenire da casa distantissime, ma che in realtà provengono dalla musica che sto ascoltando. Avverto il formicolio della vita umana laggiù, ma è tutto così surreale! Mi siedo sul prato e attacco Echoes a tutto volume: qui inizia la parte più intensa di tutto il viaggio. Tutte le luci del paese si uniscono in una rete magica, che prima mi sembra il paese degli gnomi e poi una rappresentazione dei neuroni del nostro cervello. È qualcosa di indescrivibile: una sensazione di totalità , unione, armonia e collegamento infinito con il mondo. Intanto il mio amico mi chiama, ma non posso rispondere ora, sono in estasi totale. L'assolo è incredibile, ma tutto cambia con la parte centrale della canzone dove ci sono dei suoni paurosi della chitarra distorta di Gilmour: mi si presenta la parte negativa del sogno, le mie paure. Sono lì ad un passo, ma non ho coraggio di affrontarle. Non ora, mi dico, e mi godo il resto della canzone che appare eterna.
ORE 19.10 La canzone finisce, e di botto mi accorgo di essermi estraniato completamente dalla realtà. Ero nel paese degli gnomi, dentro un magnifico sogno, ma ora ho bisogno di tornare alla realtà. Sento già che qualcosa comincia a calare, ma molto molto lentamente. Ho paura, perché lì dove sono di solito viene mio fratello con i suoi amici il sabato sera, e io non sarei in grado di affrontare la situazione. Ho bisogno di contatto con la realtà: mi ripeto questa frase all' infinito. Sono in loop. Impiego dieci minuti solo a cercare il cellulare. Chiamo il mio amico una trentina di volte nella speranza che gli arrivi un messaggio che ho provato a chiamare (sono senza soldi), ma non ho risposte.
ORE 19.30 Sono in discesa, ormai lo percepisco bene. La sensazione di star tornando alla realtà è bellissima, ma non sono purtroppo nello stato d'animo giusto. Ad un certo punto sento dei caprioli nell'oscurità del bosco dietro di me abbaiare (si abbaiano!). Incuriosito mi avvicino (stranamente non ho tanta paura) e mi accorgo della presenza di una forza malvagia da quella parte, eppure era da ore che ero lì e fino a quel momento avevo avuto occhi solo per il paese magicamente illuminato. Mi allontano immediatamente e capisco che è ora di tornare a casa, infatti devo tornare per cena, anche se sono consapevole che gli effetti non sono per niente finiti.
ORE 19. 45 In ogni momento mi sembra di essere di nuovo normale ma in realtà non lo sono, però percepisco la discesa. Sono in cammino verso casa (molto molto lentamente) e accelero mentalmente la fine degli effetti, perciò mi rovino l'ultima parte del viaggio. Tornando verso casa trovo della gente ubriaca: mi fanno sentire un estraneo perché parlano in una lingua incomprensibile e io mi vergogno perché scoppio a ridere.
ORE 20.00 Finalmente arrivo a casa e trovo il mio gatto che mi aspetta (che strano che è!). Poi vedo anche i miei ma devo trovare una scusa per allontanarmi perché gli effetti non sono ancora finiti, e sento che possano capire tutto da come rido inutilmente, perciò mi rinchiudo in bagno e poi in camera. Mi specchio e mi accorgo di avere due pupille giganti.
ORE 20.30 Gli effetti non sono ancora finiti e non riesco a concentrarmi su nulla. L' unica cosa che posso fare è riflettere su ciò che è stata per me l'esperienza, ed è ciò che faccio.
ORE 21.00 Gli effetti sono scesi del tutto (o quasi). Guardo un film in TV e poi vado a dormire.
Epilogo
La mattina dopo mi sveglio molto attivo e con molta voglia di fare. L' esperienza è stata bellissima, ma molto intensa (molto più di quello che mi aspettavo) e pensare che io volevo partire con il doppio della dose! Come prima esperienza questa dose mi è bastata, e non mi ha fatto correre rischi troppo elevati. I funghi mi hanno aperto un mondo, del quale conoscevo già l'esistenza perché avevo letto molto, ma che non avevo la minima idea di cosa fosse realmente. È come se avessi potuto guardare questo mondo attraverso una finestra, e non mi ci fossi addentrato realmente, ma è stato un bene, perché solo così ho potuto apprezzarlo e ho evitato situazioni che avrei avuto difficoltà a gestire da solo: ho tutto il tempo che voglio per approfondire queste realtà così diverse da ciò a cui sono abituato.