COLTIVAZIONE - Dove iniziare

Leggendo nel forum e in vari siti italiani dove si parla di coltivare funghi magici (Psilocybe Cubensis) mi sono reso conto che purtroppo la coltivazione casalinga è molto rudimentale e arretrata rispetto a quanto si può leggere in forum inglesi. Questo articolo vuole essere un'introduzione per coloro che vogliono coltivare i funghi magici in casa senza utilizzare i grow kit. I principali metodi utilizzati e componenti necessari verranno descritti brevemente in ordine di difficoltà.

Occorrente

Le spore

Impronta sporaleOgni coltivazione parte dalle spore. Un po' come le piante producono i semi, i funghi producono le spore. Le spore, al contrario dei semi, sono piccolissime, di dimensioni comparabili alle cellule. Se vi è mai capitato di raccogliere un fungo maturo, appoggiandolo su un foglio di carta per un paio d'ore è possibile osservare i miliardi di spore formare un'impronta sporale. Online è possibile reperire facilmente spore di Psilocybe Cubensis in numerose forme: impronte sporali (più rare), siringhe o fiale di spore. La scelta di una forma piuttosto che un'altra dipenderà in parte anche dal metodo di coltivazione usato. Tutte si prestano ad essere utilizzate, ma per metodi quali la PFTek ad esempio è senza dubbio più comoda una siringa o fiala di spore in soluzione liquida che dover preparare da soli la propria siringa a partire da un'impronta sporale.
Un'altra variabile da considerare nell'acquisto è il grande numero di varietà tra cui è possibile scegliere (Mazatapec, Golden Teacher, McKennai, Amazonian, Cuban, etc. etc.). Sono davvero tante, ma non c'è da temere di fare una scelta sbagliata, in quanto la potenza e gli effetti sono uguali. Scegliete quindi una che vi attira visivamente o per il nome.
Ogni volta che si inizia una coltivazione dalle spore, i funghi che si otterranno avranno un patrimonio genetico assai vario: uno stesso raccolto presenterà alcuni funghi alti e altri bassi, alcuni un po' più potenti e alcuni un po' meno. Volendo, è possibile selezionare i ceppi più performanti (ad esempio un fungo particolarmente alto), una pratica avanzata che è decisamente consigliata ai coltivatori che vogliono fare il salto di qualità. In ogni caso, una volta terminata la prima coltivazione, non è più necessario acquistare le spore in quanto è sufficiente raccoglierle dai propri funghi.

La pentola a pressione

Presto 23 quart pressure canner Per poter coltivare i funghi magici, dovrai necessariamente sterilizzare un substrato, ovvero il materiale di cui si nutriranno i funghi. Il metodo di coltivazione dipenderà in primo luogo dalla disponibilità o meno di una pentola a pressione (o autoclave) per sterilizzare il substrato (non averne una non preclude la possibilità di coltivare, preclude solo alcuni metodi). Premessa importante: le pentole a pressione in commercio in Europa non sono adatte a questo hobby, in quanto sono piccole e raggiungono pressioni basse (inferiori a 15 psi / 100 kPa). Una pentola a pressione accessibile, acquistabile online pagando il prezzo di importazione dall'America, è la “Presto 23 quart pressure canner”. Le pentole a pressione europee possono essere comunque utilizzate per la PFTek, o utilizzate in mancanza d'altro per il bulk ma aumentando i tempi di sterilizzazione.

Sterilità: varie opzioni

In natura i funghi rilasciano miliardi e miliardi di spore, che vengono trasportate dal vento. Due spore vicine germinano e si accoppiano, dando origine al micelio. Il micelio si espande, colonizzando i nutrienti che trova a sua disposizione, e quando arriva il momento usa tutta la sua energia per produrre i funghi, che a loro volta rilasciano le spore e il ciclo riprende. Dei miliardi di spore che vengono rilasciate, una frazione infinitesima avrà successo, vincendo la competizione di batteri e muffe per i nutrienti.
Nella coltivazione casalinga non si ha a disposizione un'intera foresta o campo per permettere al fungo di avere una possibilità di crescere, e si rende necessario mettere le spore in condizione di germinare e non trovare competizione. Questo è possibile solo lavorando in condizioni sterili, motivo per cui il substrato viene sterilizzato in pentola a pressione. Nell'aria però sono presenti una miriade di microorganismi, e se maneggiassimo all'aria aperta ciò che abbiamo precedentemente sterilizzato introdurremmo numerose contaminazioni, che non trovando competizione colonizzerebbero felicemente il substrato destinato al micelio. Come è possibile dunque sterilizzare anche l'aria dell'ambiente in cui lavoriamo? Ecco i metodi principali:

Cappa a flusso laminare

Cappa a flusso laminare Questa è la soluzione più usata in ambito professionale e industriale, presente in ogni laboratorio microbiologico. Esistono diversi design a seconda della destinazione di utilizzo e dal livello di sterilità richiesto, ma il principio di funzionamento è il medesimo: generare un flusso di aria sterile uniforme senza turbolenza (laminare) che possa trasportare contaminanti. La cappa è costituita essenzialmente da due elementi:

  • Filtro HEPA (High Efficiency Particulate Air filter), un filtro ad alta efficienza che filtra particelle piccolissime (batteri e spore di muffe nel nostro caso). Un esempio è il filtro dell'aspirapolvere, che evita che la pompa soffi la polvere invece che trattenerla nel sacchetto. Ovviamente i filtri HEPA destinati a cappe a flusso laminare sono molto più grandi ed efficienti.
  • Ventola, abbastanza potente da garantire un flusso d'aria costante dall'intera superficie del filtro.

L'aria viene soffiata, non aspirata, sull'area in cui lavorare, garantendo così che ogni contaminante presente nell'aria non filtrata venga spazzato via.
Il costo di una cappa preassemblata è nell'ordine delle migliaia di euro. Costruirne una è relativamente facile ma richiede comunque una spesa di alcune centinaia di euro.

Still air box

Still air box La still air box, scatola ad aria ferma, è ciò che permette anche a chi non voglia investire centinaia di euro in una cappa di lavorare in aria sterile. Il principio di funzionamento è diametralmente opposto: come dice il nome, lo scopo è di creare un ambiente ristretto in cui l'aria sia ferma. L'assenza di correnti d'aria porta batteri e spore a depositarsi e ad ottenere quindi un'aria sterile. Il design è molto semplice ed economico, è sufficiente una scatola in plastica trasparente di buone dimensioni in cui praticare due aperture per le mani. Più grande è la scatola, più saranno comodi i movimenti, evitare dimensioni troppo piccole (dai 60 ai 100 L è l'ideale). Le pareti vengono spruzzate con acqua saponata (che evapora più lentamente dell'acqua normale) così da fare in modo che una volta depositati i microorganismi rimangano attaccati alle pareti. Le pareti quindi non sono sterili, ma lo è l'aria all'interno. La facilità di utilizzo e la sua economicità la rendono uno strumento indispensabile per il coltivatore amatoriale, e anche alcuni coltivatori che hanno accesso ad una cappa arrivano a preferire la SAB per velocità e immediatezza.

In entrambi i casi, è fondamentale non muovere oggetti o passare con le mani sopra materiale sterile. Se abbiamo sterilizzato del substrato e lo stiamo inoculando ad esempio non bisogna assolutamente passarci sopra con le mani. Così facendo eventuali batteri presenti sulle nostre mani (per quanto pulite e disinfettate) potrebbero cadere ed essere vettore di contaminazione.

Metodi di coltivazione

PFTek

Questo è il metodo di gran lunga più popolare e accessibile anche al coltivatore più maldestro. Il suo punto di forza è l'estrema semplicità; infinite guide e video possono essere reperiti online per la sua realizzazione (anche su questa wiki). La pentola a pressione NON è necessaria. È comunque consigliato utilizzarla se la si ha in casa, va bene una qualsiasi. Il metodo prevede l'utilizzo di vasetti in vetro dal collo largo. Sui coperchi vengono praticati alcuni piccoli fori, sufficienti a far passare l'ago di una siringa. Il substrato è costituito da un mix di farina di riso integrale, acqua e vermiculite a grana fine, e viene sterilizzato all'interno dei vasetti con una pentola a pressione o con una pentola normale servendosi del vapore bollente. Sopra il substrato, all'interno del vasetto, viene posto uno strato di sola vermiculite (asciutta), che avrà lo scopo di proteggere il substrato sterile da eventuali batteri presenti nell'aria che dovessero entrare dai buchi del coperchio. Una volta sterilizzati i vasetti, attraverso i buchi del coperchio si inietta una piccola quantità di soluzione di spore (spore in siringa o fiala saranno quindi ideali per questo metodo di coltivazione). Dopo circa una settimana il micelio fungino, bianco, comincerà a colonizzare il substrato. A colonizzazione completa, i vasetti ormai colonizzati (completamente bianchi) possono essere aperti e messi a fruttificare in una SGFC (Shotgun fruiting chamber), essenzialmente una scatola con tanti buchi che permetta il ricambio d'aria.

NOTA: nelle pagine collegate è disponibile una guida più dettagliata su questo metodo di coltivazione, con tanto di foto

Coltivazione in bulk

La coltivazione in bulk è quella che come dice il nome produce appunto una grande quantità di funghi. La prima differenza dalla PFTek sta nel substrato, che è costituito da cereali integrali interi. Tutti i cereali possono essere usati. Alcuni dei più comuni sono la segale, l'avena, il grano e il miglio, ma ogni cereale a chicco intero può andare (popcorn, sorgo, triticale, etc.). Alcuni usano addirittura i semi per il prato inglese. Il mio consiglio è di trovare il cereale più economico reperibile, per esempio il mangime per uccelli (costituito principalmente da miglio). Non vanno bene cereali decorticati, precotti, soffiati etc.. A seconda del cereale varia la preparazione (ebollizione, messa a bagno), ma invariabilmente questi vengono sterilizzati. La sterilizzazione avviene in pentola a pressione, che deve essere grande abbastanza per contenere diversi barattoli o buste di cereali. L'inoculazione del substrato viene effettuata in ambiente sterile (cappa a flusso laminare o SAB) aprendo i barattoli. Esistono diversi tipi di inoculante, ma generalmente si parte sempre da micelio “pulito” attraverso l'uso di agar. L'agar agar è una gelatina vegetale, che aggiunta all'acqua con diversi zuccheri permette la formazione di un gel semisolido nutriente su cui germinare le spore e isolare il micelio fungino da eventuali contaminanti (batteri, muffe). Una volta inoculati i cereali, questi (esattamente come la PFTek) verrano completamente colonizzati dai filamenti bianchi del micelio. A questo punto i grani dei cereali, a differenza del blocco unico che si forma nella PFTek (la “tortina”), vengono facilmente separati e vengono mischiati al substrato di bulk. Il substrato di bulk, generalmente composto da fibra di cocco e a volte altri ingredienti, non va confuso con il substrato di spawn, ovvero i cereali. Il substrato di spawn viene sterilizzato, mentre il substrato di bulk no. Il miscuglio finale viene generalmente messo a fruttificare in una monotub, che è sempre una scatola di plastica con buchi in posizione strategica (diversa dalla SGFC) volti a garantire il ricambio d'aria necessario per la formazione dei funghi.

Bulk senza pentola a pressione

Coltivare in bulk è decisamente complicato rispetto alla PFTek: richiede molti passaggi, un investimento nell'acquisto di una pentola a pressione adatta, e tanto impegno. Per chi volesse sperimentare il bulk ma fosse spaventato dalla complessità coinvolta, una volta aver preso dimestichezza con la PFTek, è possibile “fondere” i due metodi. Si preparano i vasetti della PFTek e a completa colonizzazione le tortine vengono grattugiate o frantumate e mischiate ad un substrato di bulk. Si procede alla fruttificazione in monotub. Le rese saranno minori rispetto all'utilizzo di cereali, ma maggiori rispetto alla PFTek (occupando anche meno spazio). Può essere un buon modo per sperimentare il potenziale della coltivazione in bulk prima di investire in una pentola a pressione.

Un'altra tecnica che può ovviare alla mancanza della pentola a pressione è utilizzare le buste di riso precotto. Queste sono preparate in modo da essere sterili per evitare che vadano a male, tanto che al supermercato si trovano fuori dal frigo. Benché non necessariamente il modo “migliore” o più scalabile per la coltivazione in bulk, è un metodo molto usato e senza dubbio efficace. Le rese sono molto maggiori rispetto alla PFTek (anche con le tortine grattuggiate). In wiki è presente una traduzione (link a fondo pagina in Pagine collegate). La tecnica si chiama “Uncle Ben's TEK”, dalla marca di riso che in genere si usa in America dove il metodo è stato popolarizzato. L'unico avvertimento su questa tecnica è che le siringhe di spore risultano generalmente in un maggior tasso di contaminazione su substrati altamente nutrienti come i cereali rispetto che alla PFTek (vedi domande frequenti).

Domande frequenti

Posso sterilizzare i cereali con il vapore?
In teoria sì. A differenza della PFTek però serviranno almeno una decina di ore, rendendolo un metodo non pratico. Nella pentola a pressione un'ora e mezza è generalmente più che sufficiente.

Posso inoculare i cereali usando le siringhe di spore?
Utilizzare le siringhe di spore per inoculare i cereali è sicuramente allettante, in quanto permette di evitare l'utilizzo dell'agar e le difficoltà che ne derivano. Il problema è che le spore, anche se preparate da persone esperte, sono raccolte da funghi che crescono in un ambiente non del tutto sterile (per quanto pulito). Di conseguenza c'è sempre la possibilità che nella siringa di spore siano presenti dei batteri che competeranno con il micelio fungino per la colonizzazione dei cereali. Può funzionare, ma non è consigliato. Nel caso della PFTek questo problema è arginato sia dalla scala (buttare un paio di vasetti su una ventina non è un problema) che dalla velocità con cui il micelio colonizza il substrato.

Perché il substrato di bulk non viene sterilizzato?
Il substrato di bulk utilizzato nella coltivazione degli Psilocybe Cubensis è generalmente composto da fibra di cocco, molto poco nutriente per i batteri, che non riescono a digerirla. Di conseguenza la carica batterica resta relativamente bassa. Inoltre, il substrato di spawn (cereali) colonizzato è molto resistente alla contaminazione (d'altronde i funghi sono organismi più evoluti dei batteri), e maneggiarlo in un ambiente non sterile in aria non sterile non causa problemi a questo punto.

Devo mettere i guanti nei buchi per le mani della mia still air box?
No. La scatola con i guanti si chiama glove box, esiste ed è utilizzata, ma non in ambito micologico. È generalmente utilizzata per lavorare in atmosfera diversa dall'aria o per maneggiare patogeni pericolosi e proteggere l'operatore. Nessuna di queste caratteristiche è rilevante in micologia, e la presenza dei guanti crea inutili turbolenze all'interno della scatola che possono aumentare le contaminazione. Inoltre avere uno spazio completamente chiuso rende il lavoro dieci volte più scomodo, sia per dover usare i guanti, sia per l'impossibilità di sterilizzare sulla fiamma eventuali attrezzi.

Posso montare una pompa con filtro per l'aria sulla mia still air box?
Assolutamente no. Il principio della still air box è proprio l'aria ferma. Qualsiasi cosa che crei un flusso d'aria genera turbolenza, soprattutto in uno spazio chiuso, e aumenta esponenzialmente le possibilità di contaminazione.

Sterilità e disinfezione
C'è un'importante differenza tra i due termini. La sterilità ottiene una riduzione dei microorganismi tale che in seguito al processo 1 su un milione o meno sopravvivano. La disinfezione invece ne lascia sopravvivere 1 su mille o alla meglio 1 su diecimila (la definizione esatta dipende dall'ente regolatorio). In ogni caso diversi ordini di grandezza di differenza. Questo è il motivo per cui disinfettare con alcool o candeggina non è sufficiente, ed è necessaria una pentola a pressione. La pentola a pressione non è l'unico modo esistente per ottenere la sterilizzazione, ma è l'unico modo facilmente ed economicamente praticabile in ambito casalingo.

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