Mimosa hostilis

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Nome sistematico:Mimosa tenuiflora
Nome comune:Mimosa hostilis
Spontanea in:Messico, centro e sud-America (Honduras, Colombia, Guatemala, Brasile)
Principi attivi:N,N-dimetiltriptamina (DMT)
Parte di pianta utilizzata :Corteccia
Via orale ( decotto )
Dosaggio Orale ( indicativo )
Soglia:n/a
Leggero:5/8g
Medio:10g
Forte:15 g
Molto forte:20/30 g (pericoloso )
Durata ( indicativa )
Totale:4/6 ore circa
Salita:30/40 minuti circa
Picco:3/4 ore circa
Postumi:n/a
Effetti
Psichedelico oneirogeno narcotico

Della Mimosa hostilis solitamente viene consumata la corteccia delle radici, essiccata ed utilizzata per la preparazione
di infusi. La concentrazione di DMT nelle radici è pari a circa lo 0,57% in peso fresco. Solitamente i termini Mimosa
hostilis e Mimosa tenuiflora vengono utilizzati in maniera interscambiabile, ad indicare che le due piante appartengono in
realtà alla medesima specie. Tuttavia ci si riferisce al termine Mimosa hostilis per quanto concerne il rituale brasiliano
dello jurema.
È conosciuta anche con i seguenti sinonimi: Acacia hostilis; Acacia penuiflora; Mimosa cabrera; Mimosa limana.


Storia e diffusione

Fin dal Medioevo, la Mimosa hostilis viene utilizzata dalle popolazioni sudamericane (in particolare, brasiliane) all'™interno
del cosiddetto “culto dello jurema”€, un insieme di riti religiosi e terapeutici di carattere afro-brasiliano che prevede
l'€™assunzione di una bevanda inebriante di tipo visionaria-allucinogena, lo jurema o vino di jurema, a base di Mimosa hostilis,
appunto. Lo jurema apre, ai partecipanti al rituale, i canali di accesso al mondo degli antenati e dei protettori divini.
Accompagnati da canti e suoni, gli antenati richiamati dallo jurema si ricongiungono con i partecipanti aiutando e dando
loro degli insegnamenti. Le popolazioni locali centro americane utilizzano la corteccia della pianta anche per curare le
bruciature o le ferite della pelle (corteccia bevuta in infuso come tea, polverizzata o usata in unguenti).

Attualmente, soprattutto nel mercato sudamericano, esiste una grande varietà di prodotti medicinali e cosmetici a base
di Mimosa hostilis, sebbene il suo utilizzo possa essere considerato del tutto empirico e popolare. L'€™uso ricreazionale
della pianta avviene soprattutto sfruttando i canali offerti da Internet, dove su particolari siti viene spesso proposta in
associazione con altre erbe contenenti inibitori delle monoaminossidasi(MAO-inibitori), cioè degli enzimi presenti nel
neurone postsinaptico e nel vallo sinaptico che degradano le ammine biogene (ad esempio, noradrenalina). Mancando la
distruzione e il blocco del reuptake delle catecolamine, cioè del riassorbimento da parte del neurone presinaptico, si ha un
incremento dell'€™azione nel vallo sinaptico e, quindi, sui recettori post-sinaptici prolungando l'€™azione. Così la Mimosa hostilis,
a causa del suo contenuto in DMT, può entrare a far parte della miscela di erbe che compongono l'Ayahuasca o può entrare a far
parte di miscele alternative a quelle normalmente utilizzate per preparare l'Ayahuasca stessa. In particolare si fa riferimento
all'ANAHUASCA (ANAlogues of ayaHUASCA), ovverosia a bevande contenenti estratti di semi di Peganum armala (la ruta siriana,
che contiene Beta-carboline, dei potenti MAO-inibitori) e corteccia delle radici di Mimosa hostilis.
L'anahuasca è, rispetto all'€™Ayahuasca, altrettanto attiva ed efficace.

Farmacologia

La DMT è una molecola strettamente correlata alla serotonina e, così come le altre droghe psichedeliche (LSD e mescalina),
nel sistema nervoso centrale si lega ai recettori serotoninergici 5-HT2A dove esplica la sua azione di agonista. Studi
effettuati sull'essere umano hanno mostrato che la DMT, somministrata a livello parenterale, provoca modifiche della percezione
che, benché siano di breve durata, possono essere anche di notevole intensità . La molecola esercita effetti anche
sul sistema nervoso autonomo con aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca e midriasi.
La DMT, a differenza della maggior parte delle droghe psichedeliche, quando viene assunta per via orale (fino a circa 13
mg/Kg) rimane inattiva, presumibilmente, a causa della rapida degradazione cui va incontro per opera delle monoaminossidasi
(MAO) cellulari. Le MAO sono enzimi flavinici (appartenenti alla classe delle ossidoreduttasi) che catalizzano
l'ossidazione delle amine primarie da parte dell'€™ossigeno molecolare, con formazione di aldeide e perossido di idrogeno.
Gli effetti della DMT si esplicano quando vengono assunte sostanze che inattivano le monoaminoossidasi e, a tale scopo,
l'Ayahuasca (vedi monografia) viene normalmente preparata miscelando piante che contengono DMT con piante che
contengono Beta-carboline (potenti MAO inibitori). Secondo quanto riportato in alcuni siti Internet, la Mimosa tenuifolia
sarebbe in grado di esercitare i suoi effetti anche in assenza di MAO inibitori grazie ad alcune molecole (“kukulkanine”)
dall'€™attività MAO inibitrice in essa contenute. Attualmente, però, non è stata dimostrata l'€™efficacia dell'estratto della
pianta in assenza di MAO inibitori. Per la DMT, la dose-soglia (dopo somministrazione endovenosa) a livello della quale
si manifestano effetti clinici (anche allucinogeni) rispetto al placebo, è pari a 0,2 mg/Kg. Tali effetti si manifestano istantaneamente,
raggiungono il picco entro 2 minuti e scompaiono entro 20 o 30 minuti. Si verifica anche un aumento delle
concentrazioni plasmatiche di endorfina, corticotropina, cortisolo, prolattina.e ormone della crescita (GH).
La contemporanea assunzione per via orale di 120 mg di armina (espressa come base libera; 1,5 mg/Kg) e 30 mg di DMT
(concentrazione pari a circa 0,3-0,4 mg/Kg) è in grado di provocare gli effetti psichedelici. E'ˆ inoltre ribadito come i
MAO-inibitori rendano la DMT e le altre triptamine attive quando assunte oralmente, ma, al contrario, riducano gli effetti
delle medesime sostanze quando assunti per altre vie di somministrazione. I MAO-inibitori agirebbero come attivatori, ma
non come potenziatori degli effetti delle triptamine.
L'€™impiego tradizionale della pianta per la cura delle ferite è supportato da esperimenti in vitro che hanno dimostrato che
la Mimosa tenuiflora stimola l'attività e la proliferazione dei fibroblasti della cute.

Effetti

Psichedelico oneirogeno narcotico

Rischi e riduzione del danno

Non si è a conoscenza di particolari effetti avversi occorsi a coloro che abbiano fatto uso della pianta sottoforma di infuso
(es. l'Ayahuasca). Pur tuttavia è necessario segnalare come in alcuni siti Internet vengano riportate esperienze di persone
che hanno miscelato le più svariate sostanze assieme alla Mimosa hostilis ed al Peganum harmala. In particolare, si riportano
casi di miscele potenzialmente pericolose con cannabis, fenciclidina (PCP), scopolamina, cocaina.

Nel ratto è stata documentata l'€™azione teratogena dei semi di Mimosa Tenuiflora. In ratte gravide la somministrazione dei
semi ha provocato riduzione del peso corporeo alla nascita e lo sviluppo di malformazioni ossee nei nati.

Tossicità

Dati relativi alla tossicità acuta della dimetiltriptamina
Nell'€™uomo - TDLo: 1 mg/kg
Nel topo - DL50 a seguito di somministrazione intraperitoneale: 47 mg/kg
Nel ratto - DL50 a seguito di somministrazione endovenosa: 32 mg/kg

Dosaggi e vie di somministrazione

10g di mimosa hostilis 60mg (esperienza di media intensità), 15g (esperienza intensa) 90mg, 20g 120mg (pericoloso).
Per via orale (decotto). Le dosi cambiano totalmente in caso la si usi per produrre miscele fumabili.

Situazione legale

In Italia la DMT è inserita nella Tabella I della lista delle sostanze stupefacenti e psicotrope di cui all'articolo 14 del
Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modifiche. Tuttavia, nè l'€™intera pianta né parti di essa sono
inserite nella suddetta tabella. La Francia, da maggio 2005, ha inserito la Mimosa hostilis nella lista delle sostanze controllate.
La DMT è illegale in Europa. La DMT è illegale negli Stati Uniti ed è inclusa nella Schedule I drug in the Controlled
Substances Act. E' inoltre inserita nell'elenco delle sostanze poste sotto il controllo dell'€™International Narcotics Control
Board attraverso il suo inserimento nella Schedule I della Convenzione delle Sostanze Psicotrope del 1971.