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Lo stato psicotico non mi permette di tenere legati i pensieri, che corrono follemente e colpiscono il mio stato d'umore. Credo si tratti dei "bad trip" , e una volta terminato il viaggio mi rendo conto del delirio che ha avuto luogo nella mia mente. Parlo di psicosi riferendomi alla sensazione tremenda in cui il mio io è spiazzato di fronte a brutte possibilità, ossia trasformazioni in tormenti di mie paure, ossessioni, ansie. Tutto è pazzia. | Lo stato psicotico non mi permette di tenere legati i pensieri, che corrono follemente e colpiscono il mio stato d'umore. Credo si tratti dei "bad trip" , e una volta terminato il viaggio mi rendo conto del delirio che ha avuto luogo nella mia mente. Parlo di psicosi riferendomi alla sensazione tremenda in cui il mio io è spiazzato di fronte a brutte possibilità, ossia trasformazioni in tormenti di mie paure, ossessioni, ansie. Tutto è pazzia. | ||
- | L'ultimo stato corrisponde allo stato numero 1) di cui vi sto parlando. Come ho detto ho iniziato a viverlo da quella serata, ed è uno stato di nichilismo in cui, oltre all'assenza di senso presente nella vita -che comunque cambia costantemente- ho una visione dall'esterno di tutto quanto stia accadendo. Di colpo, senza nemmeno si trattasse di un mio pensiero giunto all'apice, ma proprio come pensiero nato "dal nulla" nella mente, ho realizzato come fossimo tutti quanti soltanto animali, civilizzati, in una specifica area del mondo, sotto specifici condizionamenti sociali, dunque in una specifica società in un dato momento storico. Tutto era più chiaro. Persino la socializzazione, in rapporto alla quale solitamente ho ansia, la vedevo chiaramente come persone che hanno deciso di utilizzare il proprio tempo, lento e fugace, con determinate persone per la volontà di scambiate con loro pareri, interessi, emozioni; la realizzazione più fulminante, era la questione dell'attesa, ovvero: siamo qui sulla terra, a decidere come vivere il nostro tempo, attendendo la morte. Tutto è nichilismo. | + | L'ultimo stato corrisponde allo stato numero 1) di cui vi sto parlando. Come ho detto ho iniziato a viverlo da quella serata, ed è uno stato di nichilismo in cui, oltre all'assenza di senso presente nella vita -che comunque cambia costantemente- ho una visione dall'esterno di tutto quanto stia accadendo. Di colpo, senza nemmeno si trattasse di un mio pensiero giunto all'apice, ma proprio come pensiero nato "dal nulla" nella mente, ho realizzato come fossimo tutti quanti soltanto animali, civilizzati, in una specifica area del mondo, sotto specifici condizionamenti sociali, dunque in una specifica società in un dato momento storico. Tutto era più chiaro. Persino la socializzazione, in rapporto alla quale solitamente ho ansia, la vedevo chiaramente come persone che hanno deciso di utilizzare il proprio tempo, lento e fugace, con determinate persone per la volontà di scambiate con loro pareri, interessi, emozioni; la realizzazione più fulminante, era la questione dell'attesa, ovvero: siamo qui sulla terra, a decidere come vivere il nostro tempo, attendendo la morte. Tutto è nichilismo. |
Si vedano come stadi dell'oscillazione di un simbolico pendolo. | Si vedano come stadi dell'oscillazione di un simbolico pendolo. | ||
Linea 31: | Linea 31: | ||
2) la seconda esperienza degna di nota la ho vissuta quando mi sono sentito troppo stanco di condividere lo spazio con gli altri, già fuggiti anche essi nel proprio mondo. | 2) la seconda esperienza degna di nota la ho vissuta quando mi sono sentito troppo stanco di condividere lo spazio con gli altri, già fuggiti anche essi nel proprio mondo. | ||
- | Sono entrato nella tenda, dove una luce rifletteva verso l'esterno creando una bella atmosfera divisa tra luce e ombra. Mentre mi sdraiavo, il mio flusso di coscienza è diventato una voce narrante della mia vita, esterna, femminile, letteralmente fuori campo, che diceva : "ma alla fine, *il mio nome* chi è?" Più una serie di interrogativi esistenziali. Mi sono sdraiato, e ho sentito la percezione di dissoluzione, alla quale non mi sono lasciato andare. Io ero tutto, non ero nulla. Ero contemportanmente le cellule che mi componevano, che mandavano alla coscienza vibrazioni tramite il complesso dei miei organi, del corpo. Ero natura che si compone e disfa. D'un tratto, ho vissuto un esperienza che al momento e anche adesso ho riconosciuto come a un passo dalla morte. Io, e tutto il mondo, la sola esperienza della mia vita, raffigurata dalla scena onirica di una spiaggia lontana in cui perdermi, e morire, una luce lontana come la fine del tunnel, con "somewhere over the rainbow" che decorata musicalmente il tutto con una sensazione di: alla fine ho vissuto la mia vita, adesso volo verso un'altra parte. Ma non è successo. Credo fosse una near death experience. Successivamente ho creduto di essere un uomo adulto sdraiato su un lettino ospedaliero, cui venivano fatte domande e eseguite scosse elettriche al cervello. Una voce insisteva affinché mi svegliassi/dissolvessi in un ego death. Non è accaduto. L'ultima fase alluinatoria potrebbe esser stato un insieme di percezioni immaginato e spinto in una narrazione simile, in parte forse come placebo di altre narrazioni di n.d.e. | + | Sono entrato nella tenda, dove una luce rifletteva verso l'esterno creando una bella atmosfera divisa tra luce e ombra. Mentre mi sdraiavo, il mio flusso di coscienza è diventato una voce narrante della mia vita, esterna, femminile, letteralmente fuori campo, che diceva : "ma alla fine, *il mio nome* chi è?" Più una serie di interrogativi esistenziali. Mi sono sdraiato, e ho sentito la percezione di dissoluzione, alla quale non mi sono lasciato andare. Io ero tutto, non ero nulla. Ero contemportanmente le cellule che mi componevano, che mandavano alla coscienza vibrazioni tramite il complesso dei miei organi, del corpo. Ero natura che si compone e disfa. D'un tratto, ho vissuto un esperienza che al momento e anche adesso ho riconosciuto come a un passo dalla morte. Io, e tutto il mondo, la sola esperienza della mia vita, raffigurata dalla scena onirica di una spiaggia lontana in cui perdermi, e morire, una luce lontana come la fine del tunnel, con "somewhere over the rainbow" che decorata musicalmente il tutto con una sensazione di: alla fine ho vissuto la mia vita, adesso volo verso un'altra parte. Ma non è successo. Credo fosse una near death experience. Successivamente ho creduto di essere un uomo adulto sdraiato su un lettino ospedaliero, cui venivano fatte domande e eseguite scosse elettriche al cervello. Una voce insisteva affinché mi svegliassi/dissolvessi in un ego death. Non è accaduto. L'ultima fase alluinatoria potrebbe esser stato un insieme di percezioni immaginato e spinto in una narrazione simile, in parte forse come placebo di altre narrazioni di n.d.e. |
Pareri? | Pareri? | ||
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