Questa pagina è un continuo di COLTIVAZIONE - Bulk: spawn e inoculanti
Una volta che lo spawn è stato completamente colonizzato dal micelio fungino in ambiente sterile è assai resistente alla contaminazione. Si passa dunque allo stadio di fruttificazione, in cui vengono prodotti quelli che comunemente chiamiamo funghi. Nella coltivazione in bulk la fruttificazione si ottiene miscelando lo spawn colonizzato con un substrato di bulk all'interno di una camera di fruttificazione.
Le principali condizioni necessarie per stimolare la produzione dei primordi o pins (i funghi nei primi stadi di sviluppo) sono:
Anche la luce è un fattore decisamente benefico nello sviluppo dei funghi, ma non è fondamentale: i funghi non sono piante e non fanno la fotosintesi clorofilliana, volendo si sviluppano anche al buio. Molti pensano che la luce sia un fattore determinante nella formazione dei primordi, e arrivano a coprire con della plastica nera o alluminio l'esterno della loro camera di fruttificazione in un tentativo di limitare i side pins (primordi che si formano ai lati del substrato e crescono spingendo sulle pareti). Non ho l'autorità o la competenza per garantire che sia del tutto inutile, mi limiterò a dire che la luce è un fattore secondario nella fruttificazione e che ci sono altri modi molto più efficaci per prevenire i primordi laterali.
Il fattore decisamente più significativo affinché si formino i primordi è la completa colonizzazione del substrato (bulk e spawn). A volte i pin si formeranno anche prima: questo fenomeno è generalmente indicativo di contaminazioni o di difficoltà nel colonizzare parte del substrato (ad esempio se è troppo bagnato). Questa resta comunque la condizione principale per la formazione dei primordi: anche piastre di Petri completamente colonizzate, se lasciate abbastanza a lungo, fruttificano e producono funghi, nonostante il ricambio d'aria sia scarso o nullo.
Il secondo fattore in ordine di importanza è l'aria fresca. Durante la colonizzazione all'interno dei barattoli o buste, il micelio beneficia di alte concentrazioni di CO2. Durante la fruttificazione invece necessita di ossigeno e meno anidride carbonica. Pur non essendo il principale stimolo alla fruttificazione, uno scarso ricambio d'aria in questo stadio porta a funghi con sviluppo anomalo, gambi pelosi lunghi e stretti (come se il micelio si allungasse in tutte le direzioni alla ricerca di ossigeno). Un altro motivo per cui è fondamentale un buon ricambio d'aria è l'evaporazione dell'acqua dalla superficie del substrato, che è difficile avvenga in aria stagnante, e che è critica per uno sviluppo ottimale. L'evaporazione non deve essere eccessiva tale da asciugare completamente la superficie: ci sono numerosi modi per mantenere il microclima necessario, ma in questa guida mi concentrerò sui più basilari quali spruzzare e regolare il ricambio d'aria della camera di fruttificazione.
Il procedimento è assai immediato:
La proporzione (in volume) di spawn a substrato di bulk può variare, da 1 volume di spawn e 1,5 di substrato fino a 1:4. Non c'è una proporzione perfetta, e i funghi cresceranno ugualmente con varie proporzioni.
La profondità del substrato è generalmente compresa tra i 5 e i 10 centimetri, anche a seconda della grandezza della camera di coltivazione. Un substrato poco profondo in una camera di coltivazione molto grande si romperà facilmente nel momento in cui viene estratto per il raccolto.
Non è necessaria particolare cura (guanti, tute full body da imbianchino, maschere etc.) durante il processo. Come ho scritto precedentemente, lo spawn colonizzato è assai resistente alle contaminazioni. Questo non vuole essere un incoraggiamento a spingersi all'estremo opposto di sporcizia e completa noncuranza dei più basilari principi igienici, ma semplicemente dire che lavarsi bene le mani e pulire la camera di fruttificazione con dell'alcool o acqua e sapone è precauzione più che sufficiente. Vediamo ora i diversi passaggi nel dettaglio.
Lo scopo principale del substrato di bulk è fornire ai funghi l'acqua necessaria per lo sviluppo. La maggior parte dei nutrienti, nel caso della coltivazione di Psilocybe Cubensis, deriva dai cereali usati nello spawn. Non è necessario utilizzare substrati di bulk nutritivi come il letame, che richiedono pastorizzazione e impegno aggiuntivo nell'essere processati. Possono sicuramente funzionare, in quanto in natura i funghi magici nascono sullo sterco, ma non mi sento di consigliarli quando sono presenti alternative più facili e ugualmente valide. Due sono i tipi di substrato che ho personalmente testato e che sono popolarmente usati in coltivazione: la fibra di cocco e il CVG.
Generalmente venduta in panetti compressi, la fibra di cocco deriva dal rivestimento delle noci di cocco, scarto di lavorazione che viene seccato, macinato e pressato. Si può trovare nei negozi di idroponica o di animali (è utilizzato nei terrari), o più facilmente (ed economicamente) su internet. Un blocco da alcuni chili è sufficiente per numerosi raccolti. La fibra di cocco in questa forma ha la capacità di assorbire acqua fino a dieci volte il suo volume, ed è molto poco nutritiva per i batteri, che non riescono a digerire lignina e altri nutrienti complessi di cui è composta. Offre molto poco spazio per lo sviluppo di contaminanti, e di conseguenza è molto facile da preparare. Il metodo più “tradizionale” è mettere la quantità di fibra di cocco desiderata in un secchio e versarci sopra dell'acqua bollente. Il metodo che uso io è un po' diverso, in quanto la fibra di cocco cotta è più facile da colonizzare per il micelio fungino (secondo alcuni). Vediamo la preparazione:
Lo stesso procedimento si può fare in un normale secchio o bacinella, anche se secondo alcuni meno efficace in quanto il cocco viene cotto per meno tempo.
CVG sta per Coir Vermiculite Gypsum, ovvero una miscela di fibra di cocco, vermiculite e gesso. Il CVG è un altro substrato di bulk molto popolare, ma non offre benefici sostanziali rispetto alla fibra di cocco. Il mio consiglio è di provare entrambi e vedere con quale vi trovate meglio. La preparazione è identica alla fibra di cocco, cambiano solo le dosi e gli ingredienti:
Le dosi possono ovviamente essere scalate se si vuole preparare più substrato.
La vermiculite è come una spugna e trattiene molta acqua. Si può trovare nei negozi di edilizia o giardinaggio, o su internet. Il gesso, di cui ho già parlato brevemente nella pagina sullo spawn, fornisce minerali utili allo sviluppo del fungo (calcio e zolfo). All'acquisto è importante controllare che sia composto esclusivamente da solfato di calcio (CaSO4). Consiglio di aggiungere il gesso per ultimo e poco a poco per evitare la formazione di grumi.
Raggiungere il giusto livello di idratazione è importante: un substrato troppo umido sarà meno aerato e il micelio crescerà più lentamente. Le quantità di acqua che consiglio sono indicative: la capacità di assorbimento può variare da una fibra di cocco all'altra. Dato che è facile aggiungere acqua in un secondo tempo, ma molto meno facile rimuoverla, è meglio errare in difetto che in eccesso. Un buon modo per capire se l'idratazione è ottimale è strizzare con forza il substrato: dovrebbero uscire poche gocce d'acqua. Se l'acqua che esce è di più (caso più probabile), vuol dire che la prossima volta bisognerà usare meno acqua. Per correggere un substrato troppo idratato si può semplicemente strizzare l'acqua in eccesso prima di utilizzarlo.
Ci sono numerosi design di camere di fruttificazione. Io descriverò i due che ho avuto modo di sperimentare: la monotub e la shoebox. Entrambi sono delle scatole di plastica con coperchio più o meno modificate per garantire ottimale ricambio d'aria.
Letteralmente “scatole di scarpe”, sono le scatole di plastica di piccola dimensione, dai 4 ai 10 litri. Questa è la dimensione dei tipici grow kit tanto popolari in Italia. Non è necessario praticare fori di aerazione in quanto la chiusura imperfetta del coperchio fornisce aerazione sufficiente per il piccolo volume. Una volta mischiato il substrato, chiudere il coperchio e lasciare colonizzare finché la superficie non è completamente bianca, quindi aprire un po' il coperchio per garantire il ricambio d'aria o toglierlo del tutto e mettere la scatola in una busta trasparente con dei buchi. Se non si usa la busta di plastica, i funghi solleveranno il coperchio e continueranno a crescere fuori dalla scatola. Alcuni usano una seconda scatola come coperchio, ma è decisamente uno spreco di spazio e di scatole che potrebbero ospitare altro substrato.
Scatole più grandi di 10 litri si comportano meglio con un design un po' diverso. Dato il grande volume, è necessario praticare dei fori in punti strategici per garantire un ricambio d'aria ottimale. Il calore sviluppato dal substrato porta all'evaporazione di acqua dalla superficie, che sale verso l'altro ed esce da fori in alto. Il questo modo si genera un vuoto nella parte inferiore della scatola che risucchia aria dai fori praticati al livello del substrato.
Fino a 25 litri
Dimensioni del genere sono ancora relativamente piccole. La configurazione di buchi che si può adottare è di due buchi grandi circa 2/3 centimetri al di sopra del livello del substrato (a seconda di quanto profondo è) sui lati lunghi della scatola e cinque buchi piccoli sui lati corti in alto e al centro. Per i buchi grandi uso una punta di trapano (alternativamente si può usare un coltello o un ferro rovente) di 32 mm, mentre per i più piccoli una punta da 6 mm.
Oltre i 30 litri
Questa è la configurazione più comune e più utilizzata, applicabile anche alle monotub sotto i 25 litri. Si usa per monotub anche fino ai 75 litri e più.
I fori totali sono sei: due alla base per ogni lato lungo e uno in alto al centro per ogni lato corto. Il diametro è di 38 millimetri (approssimativo), uguale per tutti i fori. I fori più bassi vanno praticati a 2/3 centimetri al di sopra del livello del substrato, e devono dividere il lato lungo in tre parti più o meno uguali.
Senza buchi
Per scatole con un certo tipo di chiusura, è possibile avere sufficiente ricambio d'aria semplicemente capovolgendo il coperchio:
La camera di fruttificazione permette di regolare il ricambio d'aria e di conseguenza l'umidità del substrato: l'aria umida sale ed esce dai buchi in alto risucchiando aria asciutta attraverso i buchi in basso. Se però questi venissero lasciati aperti, il substrato si asciugherebbe rapidamente, diventando più debole e suscettibile a contaminazioni. È necessario otturare parzialmente i buchi inferiori: limitando il flusso d'aria si crea un equilibrio tra un substrato ben aerato e uno troppo asciutto. I buchi superiori non vengono coperti se piccoli, altrimenti vengono otturati ma in minor misura di quelli inferiori (per prevenire che correnti d'aria esterne sconvolgano il flusso passivo di aria umida). Ci sono diversi materiali che si possono usare per otturare:
Nel caso della lana di poliestere - a seconda di quanto è pressata - il flusso d'aria sarà più o meno limitato. Nel caso del nastro chirurgico se ne usano diversi strati:
A seconda delle condizioni superficiali si rimuovono i diversi pezzi di nastro. Per coprire un buco sono generalmente necessari due pezzi, a meno di non trovare un nastro largo abbastanza. Se si usa quello più stretto, come configurazione iniziale, si comincia con quattro pezzi nei buchi inferiori e tre pezzi nei buchi superiori (nessun pezzo se sono buchi piccoli in monotub sotto i 25 litri). Rimuovere un pezzo da tutti i buchi per aumentare il flusso dell'aria, poi un altro e così via, fino a trovare il giusto equilibrio. Come riferimento, la superficie prima del primo raccolto dovrebbe avere questo aspetto:
Man mano che i primordi si sviluppano il substrato assorbirà le gocce d'acqua, che verranno usate per la produzione dei funghi. Soprattutto all'inizio, a seconda delle condizioni di temperatura e correnti d'aria presenti nella stanza, può capitare che il substrato si asciughi vicino ai buchi inferiori se il flusso d'aria è eccessivo. Per rimediare spruzzare una nebbia fine di acqua sul substrato, evitando di creare pozze d'acqua, e considerare di ridurre il flusso aggiungendo nastro/polyfill. Evitare di spruzzare quando i primordi si sono appena formati e sono ancora piccoli, in quanto una quantità d'acqua eccessiva potrebbe farne abortire alcuni.
Durante la colonizzazione dello spawn il micelio beneficia di alte concentrazioni di anidride carbonica e di conseguenza poco ricambio d'aria. Tradizionalmente durante la prima fase della fruttificazione, quando lo spawn colonizza il substrato di bulk, si cerca di ricreare queste condizioni, coprendo con del nastro adesivo (non traspirante) i vari buchi della camera di fruttificazione. A completa colonizzazione (quando anche il substrato di bulk è completamente bianco) si rimuove il nastro adesivo e si procede con polyfill/nastro chirurgico. Negli ultimi anni però diversi coltivatori hanno osservato che questo passaggio non è propriamente necessario ed è possibile iniziare la fruttificazione direttamente con la configurazione ultimata, senza uno stadio di colonizzazione differenziato. In questo modo la formazione dei primordi e i primi funghi avviene un po' prima. Il mio consiglio è di provare entrambi i modi e vedere quello con cui ci si trova meglio.
Un liner è un rivestimento che si mette all'interno della camera di fruttificazione tra il substrato e le pareti. Generalmente una busta di plastica, è il principale metodo per la riduzione dei pin laterali. Non è necessario che la plastica sia nera, anche trasparente va bene. Durante la crescita il substrato si contrae e si stacca dalle pareti della camera di fruttificazione. Il liner si attacca al substrato e si restringe insieme ad esso, evitando che si formino sacche d'aria umida tra il substrato e le pareti che stimolerebbero lo sviluppo di primordi. Un metodo comodo per fare un rivestimento su misura è avvolgere l'esterno della monotub come fosse un pacco regalo, usando nastro di carta per tenere ancorata la plastica ai bordi, per poi trasferire all'interno della monotub. Procedere quindi alla miscelazione del substrato, livellare, e tagliare la plastica in eccesso (ostruirebbe i buchi per l'aria).
Dopo il primo raccolto l'acqua che era presente nello spawn e nel substrato di bulk è quasi completamente esaurita ed è necessario reidratare il substrato. Diversi metodi vengono usati, anche in combinazione:
Il dunking viene generalmente sempre fatto, soprattutto dopo il secondo raccolto, mentre dopo il primo è possibile cavarsela esclusivamente spruzzando e dando acqua da sotto.
Un casing è uno strato di materiale poco nutriente con cui viene coperto il substrato (non più di 2 o 3 centimetri generalmente, anche meno). È un modo per mantenere l'umidità del substrato e può tornare utile in caso di climi eccessivamente asciutti o funghi poco tolleranti a variazioni di umidità in stadio di fruttificazione (e.g. Panaeolus). Un casing elimina parte del lavoro nel mantenere le giuste condizioni superficiali e può essere di aiuto soprattutto per il coltivatore alle prime armi. Il materiale più usato è il muschio di torba, che però deve essere pastorizzato e il suo pH regolato. Un'alternativa più veloce è la semplice fibra di cocco, che verrà però colonizzata dal micelio allungando un po' i tempi del raccolto (è comunque un buon casing).
Ma quindi per una scatola di dimensioni x, quanto substrato di bulk e quanto substrato di spawn devo preparare?
Innanzitutto, si parte dal calcolare il volume di substrato finale nella monotub/shoebox, quello che dovremo riempire.
Immaginiamo una monotub la cui base ha le seguenti dimensioni:
DIMENSIONI BASE = 36 * 30 cm
Vogliamo riempirla fino ad un'altezza di 10 cm. Per calcolare il volume da riempire moltiplichiamo le dimensioni della base per l'altezza da raggiungere:
VOLUME FINALE = (36 * 30 * 10) cm3 = 10800 cm3 = 10800 mL = 10,8 L
Tra spawn e substrato di bulk, quindi, dobbiamo arrivare a riempire 10,8 L.
Scegliamo a questo punto una proporzione di spawn e bulk. Immaginiamo di usare un volume di bulk doppio di quello di spawn. Se s è il volume dello spawn, il volume finale sarà la somma di spawn e bulk (2 * volume di spawn):
VOLUME FINALE = s + 2s = 3s
Dividiamo il volume finale (10,8 L) per 3 e otteniamo s (volume di spawn):
s = 10,8 L / 3 = 3,6 L
In questo modo abbiamo ottenuto il volume di spawn (s) necessario per produrre 10,8 L di mix finale. Sapendo approssimativamente il volume che riempiremo per ogni barattolo/busta, possiamo in questo modo avere un'idea di quanti prepararne. È meglio comunque tenersi abbondanti rispetto a quanto calcolato, in quanto la contaminazione è sempre dietro l'angolo e potrebbe prendersi parte del nostro spawn.
Sapendo il volume di spawn, moltiplichiamo per 2 (nel nostro caso, in quanto è la proporzione che abbiamo scelto) per sapere il volume di substrato di bulk che dobbiamo preparare.
3,6 L * 2 = 7,2 L
Notiamo che la somma di spawn (3,6 L) e bulk (7,2 L) dà il volume totale da riempire, che è quello da cui siamo partiti (10,8 L). Se stiamo preparando CVG, possiamo inserire 7,2 nel foglio di calcolo che troviamo nei link utili a fine pagina, per sapere quanto usare di ogni ingrediente.
Se invece usiamo solo fibra di cocco, 650 grammi di fibra secca si espande ad un volume di all'incirca 7,5 litri. Si può fare una semplice proporzione in questo caso:
pesoCoccoSecco : volumeCoccoBagnato = 650 g : 7,5 L
Se i 7,2 litri di prima li vogliamo preparare solo con fibra di cocco, e non CVG, moltiplichiamo per 650 e dividiamo per 7,5 per sapere quanta fibra di cocco secca pesare:
7,2 * 650 / 7,5 = 624 grammia
Infine alcune parole sulla raccolta. Si può raccogliere tagliando i gambi con un coltello vicino alla base oppure girando e staccando i funghi (twist and pull). Nel primo caso rimarranno le basi dei funghi attaccate al substrato, che non sono problematiche in quanto verranno riassorbite dal micelio. Nel secondo caso il substrato è più “pulito”, ma se non si usa adeguata cautela si rischia di staccare insieme ai funghi pezzi di substrato e danneggiare il micelio. Quale metodo scegliere è questione puramente preferenziale.
Per raccogliere è necessario estrarre il substrato dalla camera di fruttificazione. A volte è possibile anche farne a meno, ma è sempre meglio eliminare eventuali funghi e aborti cresciuti lateralmente, in quanto potrebbero favorire la contaminazione. Se si usa un liner, estrarre il substrato è facile. In caso contrario (shoebox ma soprattutto monotub senza buchi) è possibile riempire d'acqua la scatola di fruttificazione e far galleggiare il substrato fino a poterlo estrarre e raccogliere con facilità.
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