Tabernanthe iboga

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Nome sistematico Tabernanthe iboga
Nome comune Iboga
Spontanea in Africa centrale e occidentale
Principi attivi l'ibogaina o 12-methoxyibogamina (C20H26N2O)
Parte di pianta utilizzata Radici o foglie
Via orale
Dosaggio Orale: un cucchiaino
Durata
Totale 24 ore o più
Salita 45 minuti - 3 ore
Picco 8 - 20 ore
Postumi Possibili postumi per i due giorni seguenti (sonnolenza, spossatezza)
Effetti
Psichedelico, enteogeno

Tabernanthe iboga è un arbusto perenne che può raggiungere un'altezza di 1-3 metri e cresce spontanemente nelle foreste tropicali dell'Africa centro-occidentale. È caratterizzata da larghe foglie e fiori bianchi.

Le sue foglie ma soprattutto le sue radici contengono un potente alcaloide psicoattivo, l'ibogaina.

La pianta è usata almeno dal XIX secolo, e probabilmente anche prima, all'interno di cerimonie religiose. L'iboga è divenuta nota in Europa, Nord America e in Messico negli anni 60 nelle terapie di disintossicazione (soprattutto da oppiacei).

Storia e diffusione

La prima testimonianza dell'utilizzo dell'Iboga risale al 1864 in Gabon. Il clan gabonese Fang, appartenente al gruppo dei Beti-Pahuin, afferma che l'iboga fu scoperta dai Pigmei.

Nel tardo XIX secolo venne fondata la chiesa Bwiti che iniziò ad utilizzare la pianta nei propri riti d'iniziazione. Tale confessione e pratica venne contenuta dalle forze coloniali francesi dagli anni 30 fino alla fine degli anni 50. Oggi circa il 20% della popolazione gabonese è Bwiti.

Terminologia/slang: tabernanthe iboga; iboga; eboga or eboka (Fang); the Wood = il legno (Gabon).

Farmacologia

L'ibogaina è lentamente metabolizzata dal fegato e trasformata in noribogaina ed altri metaboliti, alcuni dei quali possono essere psicoattivi e agisce su numerosi recettori del sistema nervoso tra i quali i recettori seretoninergici, dopaminergici, nicotinici, GABA e muscarinici. Alcuni studi hanno prodotto limitate prove dell'effetto che l'ibogaina potrebbe avere nell'interruzione dei meccanismi di dipendenza dagli oppiacei. Essa inibisce la colinesterasi determinando un accumulo di acetilcolina a livello sinaptico che si traduce in rallentamento della frequenza cardiaca, ipotensione. Una eccessiva attività colinergica può inoltre causare convulsioni, paralisi ed arresto respiratorio. Gli effetti farmacologici, specie quelli centrali (eccitabilità, euforia e allucinazioni uditive e visive) sono in genere dose-dipendenti. Le allucinazioni, di solito accompagnate da ansia, si manifestano solo ad alte dosi. Nel ratto sembra che l’ibogaina moduli l’eccitabilità neuronale e la trasmissione sinaptica a livello del nucleo parabrachiale alterando in maniera reversibile le trasmissioni nervose che coinvolgono i sistemi eccitatori dopaminergico e glutammatergico. Tale effetto è stato osservato anche con gli estratti di Voacanga africana con un efficacia pari ad 1/100 rispetto all’ibogaina.

L'iboga contiene anche altri alcaloidi psicoattivi soggetti a limitati, se non assenti, studi.

Chimica

Il principio attivo contenuto nell'Iboga è l'ibogaina o 12-methoxyibogamina (C20H26N2O), un alcaloide indolico. L'iboga contiene inoltre altri alcaloidi attivi quali l'ibogamina, la coronaridina e la tabernantina.

Dosi

In Africa parti delle radici della pianta ancora in vita vengono tradizionalmente estirpate e trasformate in polvere e successivamente ingerite o, meno comunemente, bevute come infuso.

Nelle cerimonie religiose Bwiti, varie quantità di polvere di radice vengono ingerite nel corso di diversi giorni, variando da un cucchiaino a, in casi estremi, vari grammi. A seguito di quest'ultima pratica sono stati riportati alcuni decessi.

NOTA BENE: bisogna distinguere la polvere di iboga, contenente circa l'1% dell'alcaloide psicoattivo, dall'ibogaina pura.

Effetti

Quando presa a dosi enteogeniche, l'ibogaina causa spesso una forte nausea e vomito, con una possibile mancanza di sensibilità della pelle, diminuzione della capacità uditiva e allucinazioni simili a sogni per la durata di 3-4 ore.

Induce un'esperienza introspettiva che frequentemente é descritta come profondamente psicoterapeutica. É stata definita come onirica perché spesso induce visioni simili a sogni, spesso contenenti riferimenti autobiografici, sebbene questo non sia sempre il caso. Tali visioni sono per lo più proiezioni interne piuttosto che vere e proprie visioni distorte della realtà.

La fase iniziale dura dalle 8 alle 12 ore ed é caratterizzata da un'intensa introspezione, altamente ricca di informazioni, ma senza una particolare connessione con l'individuo e senza un'integrazione psicologica dei contenuti.

Nelle 24 ore successive le visioni giungono al termine e i contenuti sono integrati a livello cognitivo. Questo processo integrativo continua nella vita di tutti i giorni per mesi, periodo in cui l'individuo ridefinisce la sua identitá e le dinamiche personali nel nuovo contesto post-ibogaina..

Potrebbero verificarsi, il giorno o i due giorni seguenti all'utilizzo della sostanza, problemi fisici quali difficoltà a dormire

Salita

Quando ingerita, gli effetti dell'iboga si verificano tipicamente dai 45 minuti alle 3 ore seguenti l'assunzione.

Durata

Il picco degli effetti può durare 24 ore o più, durante le quali la persona può essere immobilizzata.

Alcuni effetti/postumi possono durare per il giorno o i due giorni seguenti

Rischi e riduzione del danno

Vari decessi sono stati riportati a seguito dell'utilizzo dell'Iboga. Gli utilizzatori della sostanza spesso manifestano una forte nausea.

In base alla dose, essi possono essere incapaci di muoversi per varie ore.

Test su ratti e primati hanno dimostrato che la somministrazione ad alti dosaggi (da 75-100 mg/kg) di ibogaina comporta effetti neurotossici, sebbene non sia mai stato provato che il dosaggio terapeutico sortisca gli stessi effetti.


Controindicazioni (Erowid)

  • gli individui che abbiano avuto problemi cardiaci, pressione sanguigna alta, aneurosmi o ictus, glaucomi, epatiti (fegato), problemi ai reni (insufficienza renale) o ipoglicemia sono ad alto rischio
  • non guidare o maneggiare macchine pesanti
  • dati i suoi forti effetti, l'ibogaina non deve essere presa senza la presenza di un sitter lucido/sobrio
  • gli individui devono considerare attentamente l'assunzione della sostanza senza la presenza di qualcuno accanto o quando responsabili per altre persone
  • gli individui che stanno vivendo un subbuglio o un cambiamento radicale a livello psicologico o emozionale, o con una storia di malattie psicologiche alle spalle, dovrebbero usare l'ibogaina, o qualsiasi altro forte psichedelico, con estrema cautela.

Inoltre bisogna tenere in considerazione che l'ibogaina rallenta il battito cardiaco e prolunga l'intervallo QT dell'elettrocardiogramma (EKG). Persone con particolari condizioni cardiache quali vulnerabilità ad attacchi di cuore, aritmie o un battito cardiaco naturalmente lento (es. sportivi) dovrebbero quindi evitare di assumere la sostanza.

Vi è inoltre il rischio di formazione di emboli polmonari in caso vi siano coaguli di sangue nelle vene (es. dopo lunghi viaggi in aereo).

L'ibogaina abbassa la tolleranza ed aumenta la tossicità degli stimolanti, degli oppiaci e di altre droge; dunque le combo possono rivelarsi fatali.

L'ibogaina non dovrebbe mai essere combinata con certi cibi o medicinali, come quelli metabolizzati dagli enzimi CYP2D6 (pompelmo, chinino ecc).

Gli effetti psicoattivi possono anche causare complicazioni in persone affette da malattie mentali, disordini di personalità e psicosi incluse.

Un controllo psichiatrico e psicologico, incluso un ECG sotto sforzo o ECG dinamico secondo Holter, esami del sangue (CBC) o un test per rivelare gli enzimi nel fegato (AST/ALT) sono perciò essenziali per un'assunzione sicura.

Ci sono diversi materiali che possono usati, dalle radici in polvere e dagli estratti contenenti, oltre all'ibogaina, altri alcolaidi, all'ibogaina pura HCL la cui qualità e composizione può variare molto. Ciò può costituire un'ulteriore fonte di rischio. (ICEERS)

Dipendenza

L'ibogaina non causa dipendenza fisica o psicologia.

A seguito dell'interruzione dell'assunzione non sono stati riportati sintomi di dipendenza

Rischi di morte

Sono stati riportati vari casi di decessi a seguito dell'utilizzo di tale sostanza.

Alcune morti si sono verificate in ambienti clinici o quasi clinici.

Alcune popolazioni africane si riferiscono all'utilizzo tradizionale dell'iboga come potenzialmente fatale, e c'è stato almeno un caso documentato di morte a seguito dell'assunzione di una quantità non identificata dell'estratto della sua corteccia.

Coltivazione

L'iboga è solitamente coltivata nell'Africa occidentale a scopo religioso

Situazione legale

In alcuni Paesi europei (compresa l'Italia), in Messico e in Canada è legale.

In altri Paesi, quali ad esempio gli Stati Uniti e la Francia, è illegale. Il suo possesso, vendita o acquisto sono dunque penalmente perseguibili.

Esperienze

2015/12/24 15:28 Aryaman ,

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